C'è da festeggiare: il gelo invernale sta cedendo, si inizia a sentire nell'aria il profumo dei calicantus, odore di festa e di primavera annunciata.
E' meraviglioso perdersi col naso e riscoprirsi nelle emozioni profumate della nuova stagione.
sabato 24 gennaio 2009
venerdì 9 gennaio 2009
Se ci sorprendiamo a dire ‘che puzza’ o ‘che profumo’, nella maggior parte dei casi è per comunicare ed esprimere una valutazione perfettamente condivisibile sull’odore dell’aria che ci circonda. Se siamo in campagna e passiamo accanto ad un campo appena concimato, è logico e legittimo dire ‘che puzza’-malgrado sia del tutto discutibile la valutazione negativa di questo odore; se abbiamo fame e passiamo accanto ad un panificio che ha appena sfornato pane fresco proviamo piacere a comunicare agli altri questa gradevole sensazione, anzi è come se le dessimo risonanza. Ma se siamo su un tram e l’umanità che ci circonda offende il nostro olfatto con effluvi oltraggiosi, sarebbe disdicevole segnalarlo ad alta voce, o meglio, nessuno si sogna di farlo. Perché? Perché si tratta di una condizione transitoria? O perché ci vergogniamo? Di certo dirlo ad alta voce non servirebbe a migliorare la situazione. Ma la verità è che tutto sommato se subiamo un affronto olfattivo lo riteniamo un peccato veniale, un’offesa sopportabile, un fastidio tra i minori.
La verità vera è che diamo poca importanza a ciò che arriva al nostro cervello attraverso il naso e passandolo sotto silenzio dimostriamo che non merita più di tanto la nostra attenzione.
Cosa ne pensate?
La verità vera è che diamo poca importanza a ciò che arriva al nostro cervello attraverso il naso e passandolo sotto silenzio dimostriamo che non merita più di tanto la nostra attenzione.
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